Imparare a volare non è volare ma è volere!

Imparare a volare non è volare ma è volere!

imparare-a-volare-non-e-volare-ma-e-volere-viaggio-astrale viaggioastrale.itVolare è uno stato di consapevolezza

Vorrei condividere uno scritto, inviato ad un amico e rivisitato per l’occasione, in cui racconto parte della mia esperienza di avvicinamento al viaggio astrale o volare. Con l’esperienza alle spalle posso ragionare su un processo cognitivo che prima ignoravo. Ho costruito un punto di vista meno pratico e più mentale poichè alla fine, una volta raggiunto l’obbiettivo, si comprende che il viaggio astrale non è quello che idealizzavamo prima di compierlo. La comprensione derivante da un viaggio astrale compiuto ci svela che la porta da aprire è altrove.

Piccoli passi prima di volare

Imparare a volare non è stato facile, non è che un bel giorno ho spiccato il volo e via, svolazzando nell'”aire” giovavo del momento. Il percorso è stato fatto a tappe, dapprima a livello simbolico e poi a livello mentale. In pratica iniziarono sogni (?) in cui prima camminavo, poi correvo, la corsa si trasformava in lunghi balzi sino a raggiungere una posizione semisdraiata in cui rasentavo l’asfalto cercando di mantenere un delicato equilibrio per non cadere a terra.

Lottare contro se stessi per accettare il paino astrale

A quanto pare, in principio, furono sogni preparatori o sogni “velati”, esperienze concrete, codificate dal mio inconscio come semplici sogni anche se poi sotto sotto qualcosa di diverso c’era nell’atmosfera. Una volta conquistata l’arte del volo onirico (?), cioè giunto al momento in cui mi alzavo semplicemente in volo come se nulla fosse, tutto è mutato e sono passato alla fase 2, abbandonando il simbolismo delle forme oniriche. In pratica con la fase 2 iniziava lo scontro con me stesso, l’accettazione che oltre al piano fisico c’era qualcos’altro che era più reale anche se sfuggevole. Volare si era trsformato in consapevolezza e sforzo mentale, ovvero per volare dovevo svincolarmi dai riduttivi concetti fisici e districarmi dal condizionamento di una vita in cui tutto e tutti ci hanno sempre insegnato che non è possibile volare.

In un luogo in cui il concetto di fisicità non ha più senso e giunti in quel luogo con un bagaglio culturale prettamente fisico ci si trova spiazzati e fortemente vincolati. E’ propio necessario respirare? Guardare con gli occhi? Camminare con le gambe?

Trasformare la fisicità in un concetto nuovo

Il muro da abbattere è proprio il clichè della vita fisica, spiccare il volo è tanto semplice come soffiare ad una piuma ma bisogna capire che soffiare non è necessario, basta pensarlo, idealizzarlo e perchè no, trasformarlo in qualche concetto nuovo. Hai presente il bradipo? Ecco ritrovarsi a terra trascinandosi faticosamente come un bradipo è qualcosa che può succedere quando allo stesso tempo volare è altrettanto semplice, basta farlo e non cercare di farlo. Il mondo astrale ti può dominare come vuole se tu permetti ad esso di farlo, il fatto è che sei tu stesso a riempirti di limiti propio perchè sei abituato a farlo.

Conclusioni e compiti a casa

Da tutto quello che ho esposto sopra spero di poter trasmettere un concetto ben definito: in tutte le vostre/nostre prove di viaggio astrale bisogna cercare di andare oltre a quello che stiamo cercando di fare, dobbiamo svincolarci dal concetto che stiamo pensando. A volte potremmo già essere fuori e non rendercene conto perchè ci siamo fermati ad idealizzare il nostro braccio che cerca di uscire dal corpo, ma è propio necessario che il nostro braccio esca dal corpo? E’ questo il viaggio astrale?
C’è differenza sull’idealizzazione concettuale del viaggio astrale ed il viaggio astrale stesso. Giustamente però, in fase iniziale, serve concettualizzare in modo più vicino al nostro modo di pensare quotidiano, è un percorso che va fatto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *